Mag 6, 2023
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Elisione e apostrofo

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L’elisione è la caduta dell’ultima vocale di una parola davanti a un’altra parola che inizia con vocale. L’apostrofo è il segno grafico utilizzato per separare le due parole.

Elisione: definizione

“L’elisione è la soppressione della vocale alla fine di una parola davanti alla vocale iniziale della parola successiva” – Treccani.

Si tratta di un fenomeno linguistico che prevede la cancellazione della vocale finale non accentata di una parola nel caso in cui la parola successiva inizi anch’essa con una vocale. Si utilizza questo metodo per eliminare il fenomeno dello iato. In alcuni casi l’elisione è obbligatoria, in altri è facoltativa e in altri ancora non è possibile utilizzarla.

Iato

Come dicevamo, l’elisione evita il fenomeno dello iato. Cos’è lo iato?

“Lo iato è l’incontro di due vocali che non formano dittongo e fanno parte di sillabe distinte” – Garzanti.

“Lo iato è un gruppo di due vocali consecutive pronunciate in modo distinto e appartenenti a due sillabe diverse” – Treccani.

Ecco alcuni esempi di iato: triennio, tua, caffeina, teologo.

Apostrofo: definizione

“L’apostrofo è un segno grafico in forma di virgoletta (‘), che nell’ortografia italiana si adopera normalmente per indicare elisione vocalica, e in taluni casi anche troncamento” – Treccani.

L’elisione è la cancellazione, la caduta, l’eliminazione di una vocale. Questa caduta viene sostituita dall’apostrofo, che viene messo al posto della vocale mancante.

Apostrofo

Apostrofo

Elisione: quando si usa

Ecco tutti i casi in cui si usa l’elisione:

  • Con gli articoli determinativi lo e la (l’ombrello, l’edera).
  • Con le proposizioni articolate relativi agli articoli determinativi lo e la (dall’alto, all’alba).
  • Con le locuzioni senz’altro, d’ora in poi, quand’anche, a quattr’occhi, tutt’altro, d’altronde, d’accordo.
  • Con “come” seguito dal verbo essere (com’era).
  • Con bello/a seguito da una parola che inizia con una vocale (bell’idea, bell’anno).
  • Con santo/a seguito da una parola che inizia con una vocale (Sant’Antonio, Sant’Agata).
  • Con gli aggettivi dimostrativi quello/a e questo/a seguito da una parola che inizia con una vocale (quest’anno, quell’albero).
  • Con le particelle avverbiali ci e vi seguite da un verbo che inizia con una vocale (c’erano, v’erano).
  • Con la congiunzione “anche” seguita dai nomi personali io, egli, esso, essi (anch’io, anch’egli, anch’esso, anch’essi).
  • Con i numeri che iniziano con una vocale anche se non scritti a lettere (l’8, l’11).
  • Per abbreviare gli anni (gli anni ’90).
  • Un po’ (poco).
  • Nelle forme imperative di’, da’, fa’.

… e quando non si usa

Attenzione, perché ci sono molti casi in cui l’elisione, invece, non si usa anche se troviamo una parola che termina con una vocale seguita da un’altra parola che inizia con una vocale.

  • Nelle parole il cui plurale è identico al singolare. L’elisione si usa nella parola singolare, ma non nel plurale (l’ipotesi, le ipotesi).
  • Con gli articoli, le preposizioni articolate e gli aggettivi seguiti da una parola che inizia con i,y o j seguite da un’altra vocale (la iena, la juventus, lo jeti).
  • Con gli aggettivi dimostrativi al plurale (questi oggetti, quelle amache).
  • Con gli aggettivi qual e tal (qual è, qual era, tal amore, tal altro).
  • Con gli avverbi finora, sinora e tuttora (non si scrive fin’ora, tutt’ora o sin’ora).
  • Con la particella ci seguita da una parola che inizia con a, o, u o ha (ci andiamo, ci organizziamo, ci usciamo, ci hanno).
  • Con la preposizione da (da amico, da Ancona). È invece consentito nel caso di d’altronde, d’ora in poi, d’accordo e d’altra parte.
  • Con l’aggettivo buon davanti ai nomi maschili che iniziano con vocale (buon anno, buon anniversario).
  • Con i pronomi personali le e li (le amiamo, li interroghiamo).
  • Con l’articolo indeterminativo un seguito da un nome maschile che inizia per vocale (un anno).
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Letteratura

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