Ott 4, 2023
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L’Unità d’Italia

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Il 17 marzo 1861 viene ufficialmente proclamato il Regno d’Italia, con un’Italia unica e unita. Ripercorriamo i momenti che hanno portata all’Unità d’Italia.

Unità d’Italia: contesto storico

Ci troviamo alla fine dei moti rivoluzionari del 1848. Il tentativo di rivoluzione era fallito. Gli Austriaci erano ancora in Veneto e in Lombardia.

Il centro Italia, invece, aveva visto dei tentativi di riforma, ma le costituzioni erano state revocate nello Stato Pontificio e nel Regno delle due Sicilie.

Nessuno sapeva quale sarebbe stato il futuro dell’Italia dopo il fallimento dei moti rivoluzionari. Ma ci furono in particolare tre protagonisti che cambiarono il destino del paese: Cavour, Mazzini e Garibaldi.

Cavour

Insieme al Regno di Sardegna, il Piemonte era l’unico stato d’Italia a non aver ritirato la propria costituzione. Tuttavia, il Piemonte aveva dei dissapori interni che culminarono quando, nel 1849 la Camera rifiuta l’approvazione della pace di Milano con l’Austria.

Unità d'Italia

Unità d’Italia

Il Re e il Governo sciolgono immediatamente la camera e indicono nuove elezioni. Il nuovo Governo approva così la pace di Milano.

Ma in questo contesto emerge la figura di Camillo Benso, Conte di Cavour, allora Ministro dell’Agricoltura e del Commercio. Cavour si fa ben volere e nel 1852 ottiene la carica di Primo Ministro.

Il Piemonte risorge sotto la guida di Cavour, che costruisce strade e canali di irrigazione, amplia le ferrovie e lo sviluppo industriale, facendo della regione un punto di riferimento per l’Italia intera.

Mazzini

Nel frattempo, Mazzini era in esilio a Londra, ma credeva fortemente nell’Unità d’Italia. Secondo Mazzini l’unico modo per ottenere l’Unita era un grande moto insurrezionale. Tuttavia, i moti di Mazzini non ebbero molto successo.

Accanto ai moti insurrezionali di Mazzini si svolgono diverse guerre per eliminare gli austriaci al fianco della Francia e dell’Inghilterra. Si svolgono due guerre d’indipendenza per allontanare definitivamente gli austriaci dal territorio italiano.

Le idee di Mazzini fanno presa sul popolo e ciò rende questi moti rivoluzionari molto diversi da quelli del 1848.

Garibaldi

Tra le figure importanti che seguivano le idee rivoluzionarie di Mazzini troviamo Giuseppe Garibaldi.

Tuttavia, proprio questa vicinanza con Mazzini costringe Garibaldi a un periodo di esilio in Sud America. Garibaldi torna in patria nel 1854 e dal 1858 partecipa alle guerre d’indipendenza contro l’Austria.

In Sicilia Francesco Crispi e Rosolino Pilo stavano organizzando un’insurrezione e pensavano che l’unica persona che poteva comandarla fosse proprio Garibaldi.

L’Unità d’Italia e la Spedizione dei Mille

La notte tra il 5 e il 6 maggio Garibaldi partì dal porto di Quarto, vicino Genova, con circa 1000 volontari, diretti in Sicilia. Inizia così quella che passò alla storia come la Spedizione dei Mille.

Unità d'Italia

La Spedizione dei Mille

Arrivati in Sicilia ai Mille si aggiunsero numerosi siciliani e dopo pochi giorni e una serie di vittorie Garibaldi proclama la Sicilia indipendente. Successivamente l’esercito dei Mille riuscì ad annettere al Piemonte e al nascente Regno d’Italia tutto il Regno delle due Sicilie.

Dopo aver conquistato la Sicilia e la Calabria Garibaldi entra a Napoli, dove si incontra con Mazzini e Cattaneo. Insieme organizzano una spedizione su Roma da Napoli.

L’Unità d’Italia e la proclamazione del nuovo Regno

Nel frattempo Cavour si stringe verso Roma dal Nord. Il 21 ottobre del 1860 tutto il Mezzogiorno, le Marche e l’Umbria si esprimono con suffragio universale maschile sull’annessione allo Stato Sabaudo (nascente Regno d’Italia). Vince il sì.

Garibaldi si incontra con Cavour e gli cede le province liberate, prima di ritirarsi a Caprera, in Sardegna. Mazzini, invece, parte per un nuovo esilio a Londra.

I Piemontesi, intanto, sconfiggono definitivamente gli austriaci e il 17 marzo del 1861 viene proclamato il Regno d’Italia con, a capo, il Re Vittorio Emanuele II.

Re Vittorio Emanuele II morì solo due mesi dopo, ma sembra che le sue ultime parole prima di morire furono: “L’Italia è fatta, tutto è salvo”.

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Storia

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